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La risoluzione alternativa delle controversie (ADR) si fa sempre più strada
Arbitrato e mediazione sono strumenti di alternative dispute resolution (ADR) cioè di risoluzione alternativa delle controversie sempre più frequenti in tempo di crisi economica: piacciono alle parti che si trovano ad affrontare un contenzioso e che al litigio in Tribunale preferiscono cercare un accordo in via privata affidandosi a un professionista imparziale.
Secondo le statistiche della Camera Arbitrale di Milano, nel 2009 sono state presentate 153 domande di arbitrato, in netto aumento in confronto alle 118 del 2008 e alle 99 del 2007.
Nel 41% dei casi si tratta di arbitrati societari, il 18% è relativo ad appalti, il 5% a forniture e il 3% dei casi riguarda il settore immobiliare.
«Chi si occupa di arbitrato in questo periodo è senz'altro molto occupato», osserva Michelangelo Cicogna, arbitro e socio dello studio De Berti Jacchia.
Le ragioni per quello che Cicogna definisce un boom sono diverse. «Le clausole arbitrali sono sempre più diffuse.
Oggi è raro che un contratto per esempio di joint venture, non preveda l'arbitrato ed la clausola abitrale è una certezza nei contratti internazionali».
Inoltre, in un periodo di difficoltà economica, il livello di contenzioso è superiore a quello fisiologico.
«In periodo di crisi le parti hanno difficoltà a rispettare gli obblighi, in particolare i pagamenti in scadenza.
Uno dei settori più coinvolti è quello degli appalti e delle costruzioni. Un dato che emerge dalle statistiche, ma anche dalla mia esperienza personale», aggiunge il socio.
I vantaggi di questo strumento sono numerosi. «Permette di arrivare a una soluzione in tempi molto più brevi e le parti sentono questo tipo di giustizia più vicina a loro», spiega Cicogna, che sottolinea tra gli altri vantaggi quello di scegliere il professionista che si occuperà del caso.
All'estero questo fenomeno è già evidente da tempo. Nel 2009, la London Court of International Arbitration ha visto un aumento del 26% dei casi rispetto all'anno precedente e il salto è stato del 23% per la International Chamber of Commerce (ICC). La scelta tra «litigation» e «arbitration» è infatti sempre più spesso scontata nei confronti dell'arbitrato.
Tra i punti a suo favore la flessibilità. Le parti possono scegliere anche una sede conveniente e neutrale dal punto di vista geografico.
La convenzione internazionale di New York del 1958 rende infatti un lodo arbitrale riconosciuto in tutti i 144 paesi firmatari. L'arbitrato protegge inoltre la privacy delle parti ed è preferibile se il caso è caratterizzato da una particolare necessità di segretezza o «poca pubblicità».
Ma non c'è solo l'arbitrato.
Il 20 marzo scorso è entrato in vigore il decreto legislativo 28/2010 in materia di mediazione che ha lo scopo di favorire la mediazione e la conciliazione per ridurre il carico che grava sugli organi giudiziari.
«Il decreto è senz'altro la novità più importante in tema di mediazione», osserva Leonardo D'Urso, amministratore delegato di Adr Center, uno dei centri che in Italia offre servizi di Adr.
«Il ministero della giustizia ha stimato un'impennata nel numero delle mediazioni a partire dall'entrata in vigore del decreto, nel marzo 2011.
Oltre il 50% del contenzioso dovrà andare in mediazione e il numero dei casi previsti è di circa 1 milione».
In parte, i legali temono questo strumento. «C'è una paura ingiustificata di perdere il lavoro. Ma non abbiamo mai visto un caso di mediazione in cui i legali delle parti non fossero presenti», precisa D'Urso.
Il vantaggio principale della mediazione è in termini di tempo, in quando permette di trovare una soluzione in tempi estremamente brevi.
Senz'altro infatti, l'aumento dei casi mediati favorirà invece l'alleggerimento del carico dei Tribunali a favore di centri privati come Adr Center.
«Abbiamo recentemente seguito il caso di un'azienda per cui abbiamo rinegoziato il debito del valore di circa un milione e mezzo di euro», racconta l'amministratore delegato, che precisa che nell'80% dei casi si trova un accordo tra le parti.
In tempo di crisi infatti, l'aumento del contenzioso è relativo in particolare ai mancati pagamenti da parte delle aziende in difficoltà.
Ma non solo. «Uno dei settori in cui lavoriamo molto è quello della responsabilità medica. Si tratta di casi complessi in cui è possibile applicare le tecniche di mediazione con successo perché le parti intorno al tavolo sono diverse e su cui prevedo uno sviluppo nel prossimo futuro».